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Thomson, James.

Poeta scozzese. Dopo aver seguito per alcuni anni gli studi di teologia, abbandonò l'intenzione di seguire la carriera ecclesiastica e si trasferì a Londra (1725). Conquistatosi le simpatie dei circoli letterari, grazie anche all'appoggio del mecenate George Lyttelton, raggiunse la fama con il ciclo di poemi Inverno (1726), Estate (1727), Primavera (1728), Autunno (1730), successivamente raccolti nel volume Le stagioni (1730). In quest'opera il poeta, con intenti didattici e morali, descrive le stagioni, al fine di rintracciare nella natura le vive testimonianze della presenza divina. I versi di T. mostrano una nuova visione della natura, in contrasto con alcune descrizioni artificiose, caratteristiche della poesia del suo tempo. L'immediatezza delle rappresentazioni e un diffuso stato d'animo di malinconia contemplativa esercitarono una profonda influenza nei circoli letterari del tempo e vengono indicati dalla critica come segni precursori della nascita di una sensibilità romantica. Tra gli altri poemi di T., ricordiamo Il castello dell'indolenza (1748), composizione allegorica in strofe spenseriane. La produzione teatrale comprende un masque, Alfredo il Grande (1740), che contiene il celebre inno Rule, Britannia, e alcune tragedie, tra cui citiamo: Sofonisba (1730), Agamennone (1738), Edoardo ed Eleonora (1739) (Ednam, Roxburgshire 1700 - Richmond 1748).